Con una circolare di fine anno, la FNOVI stabilisce che gli Ordini dei medici veterinari, ai fini della certificazione dell’avvenuta formazione ed aggiornamento "sommeranno i crediti ECM e SPC senza porre vincoli alla percentuale degli uni e degli altri". Una puntualizzazione quanto mai doverosa per fare chiarezza sulla necessità di dover dimostrare di aver svolto un'attività di aggiornamento e formazione professionale, alla luce dei doveri sanciti dal Codice Deontologico.
L'istituzione del Sistema di Sviluppo Professionale Continuo (SPC), entrato in vigore nel 2020 e riconosciuto dal Ministero della Salute con il Decreto del 6 settembre 2023, valorizza ai fini deontologici tutta la formazione svolta, non già accreditata nel sistema ECM. Purtroppo in questi anni si sono susseguite notizie non sempre chiare riguardo alla reale portata di questo nuovo strumento di valorizzazione della formazione, generando timori e preoccupazioni soprattutto nei liberi professionisti, che lamentano una carenza di disponibilità nella formazione ECM adeguata alla propria disciplina professionale.
Di recente FNOVI ha contribuito a risolvere il problema delle coperture assicurative, con l'inserimento all’interno della Polizza MARSH HDI di una clausola che consente di derogare all’inefficacia delle garanzie in caso di carente formazione ECM, fermo restando l’obbligo deontologico di aggiornamento permanente. Obbligo che, come stabilito dalla circolare, sarà certificabile integrando la formazione ECM a quella valorizzata nel sistema SPC: "Gli Ordini dei medici veterinari ai fini della certificazione dell’avvenuta formazione ed aggiornamento sommeranno i crediti ECM e SPC senza porre vincoli alla percentuale degli uni e degli altri".